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Coronavirus: proposte per una exit strategy, e un ritorno alla normalità

Il problema della rapida diffusione del covid-19 rappresenta la ragione del lock-down, dello stare tutti a casa e del dover vedere tutte le attività chiuse. Ma chiaramente non si può pensare che fino alla messa punto del vaccino si possa tenere la vita sospesa, l’economia sospesa, e pensare solo a come trovare le risorse per il mantenimento delle famiglie e delle imprese.

L’economia va sostenuta in questo momento come non è mai successo fino ad ora. Ma diventa fondamentale la messa a punto di una strategia per uscire gradualmente da questa situazione di massima emergenza.

La ripresa graduale incontrollata degli spostamenti è fuori discussione. La riduzione dei contagi si è ottenuta grazie alla politica dell’azzeramento dei contatti. Ma bisogna iniziare a pensare alle soluzioni che possano far riprendere le attività in sicurezza in attesa di un vaccino efficace.

Vaccino che pare sia in stato avanzato di sperimentazione ma che comunque è escluso possa essere rilasciato prima dei sei mesi.

Alcuni tecnici suggeriscono test a tappeto di immuno-tenuta da coronavirus. Dove il primo passo consiste nel testare se l’individuo abbia già una immuno-resistenza perché già contratto e sconfitto. Per queste persone è ininfluente lo stare a casa o al lavoro, potrebbero muoversi senza problemi. Si potrebbe pensare di rilasciare un tesserino per la libera circolazione senza rischi di contagiare o contrarre il virus. Il secondo passo potrebbe essere che i soggetti che manifestano sintomi rimangano a casa e vengano seguiti a casa.

E’ indubbio che la propagazione e la crescita di questi ultimi tempi sia stata favorita dalla corsa ai pronto soccorso, e ai ricoveri di massa. Gli ospedali si sono trasformati in focolai micidiali. Il numero di medici morti è altissimo, e l’impossibilità di garantire una tenuta igienica completa sia pressoché impossibile da avere in corsia. Immaginiamo il caso del medico/infermiere che assiste un malato di covid con camice, guanti, mascherina e occhiali. Nel momento in cui si sposta da un paziente all’altro dovrebbe cambiare completamente tutti i presidi e protezioni. Se non lo fa, come di fatto avviene, trasferisce da un paziente all’altro il virus. E un malato lieve rischia di diventare un malato grave.

Pertanto in attesa del vaccino che arriverà senz’altro, bisogna riprendere la vita economica e sociale con le dovute precauzioni. Importante dunque test immunologici, ed evitare di riempire le corsie degli ospedali se non in situazioni gravi.

La più grande battaglia dal dopoguerra, contro un nemico invisibile come il covid-19, va pianificata dunque con misure rigorose, logiche e facendo affidamento sul buon senso delle persone. E’ fuori di dubbio che tutto questo ci ha messo di fronte al fatto che nonostante una civiltà avanzata e digitale come la nostra, possa fare poco nell’immediato contro un nemico invisibile e inedito come un nuovo virus a rapida diffusione, ponendoci di fronte, smentendo la sicurezza degli strumenti a disposizione, tutta la nostra vulnerabilità.

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