Il coronavirus è stato il “cigno nero” dell’economia italiana che stava tentando una moderata ripresa. Ma il governo è pronto ad attenuare i danni dell’epidemia con una maxi-manovra che muoverà circa 150 miliardi di euro per proteggere il lavoro e le imprese, rafforzare ancora la sanità e rilanciare gli investimenti, non appena sarà possibile riaprire tutti i cantieri.
Con l’approvazione di un Documento di economia e finanza ‘anomalo’, che ferma il suo orizzonte di previsione al prossimo anno anziché al triennio, l’esecutivo giallorosso pone le basi per gli interventi delle prossime settimane e dei prossimi mesi.
Il quadro è nerissimo – PIL che sprofonda a -8% e debito che schizza al 155,7% – e bisogna agire su tutti i fronti, compreso quello degli “innovativi strumenti europei”, per arginare il Covid e superare la crisi peggiore dal dopoguerra. La richiesta di extradeficit è imponente e porta l’indebitamento al 10,4% nel 2020 (dal 7,1% causa crisi): 55 miliardi subito, altri 24 per il prossimo anno e altri ancora per quelli a venire, fino oltre il 2032, che serviranno, tra l’altro, a cancellare in via definitiva gli aumenti di IVA e accise che da anni ‘zavorrano’ i conti pubblici come clausole di salvaguardia.
Servono “certezze” per cittadini imprese che devono programmare attività e acquisti, crollati drammaticamente davanti al virus (-7,2% i consumi, -5,7% i redditi, -12,3% gli investimenti) dice chiaramente il governo spiegando che in questo modo si fa “finalmente trasparenza” sui conti.
Il decreto con gli aiuti per famiglie e imprese sarà approvato entro fine mese e, in parallelo, viaggerà un provvedimento ‘gemello’ con “drastiche semplificazioni” e “deroghe” utili a sbloccare gli appalti e ad accelerare i cantieri.
I capisaldi del provvedimento si articolano in 7 punti, dalla sanità ai sostegni al reddito, dall’accelerazione del pagamento dei debiti per la pubblica amministrazione (per 12 miliardi) agli interventi per la “capitalizzazione delle imprese” che dovrebbero passare per una nuova dote a CDP salita a circa 50 miliardi. Sommati alle risorse che serviranno per coprire le garanzie per la liquidità (altri 30 miliardi, più 4 per il Fondo di garanzia per le PMI), fanno lievitare l’intervento complessivo appunto a circa 150 miliardi, anche se solo un terzo impatterà sul deficit.
Per accompagnare la ‘Fase 2’ delle riaperture nel decreto di aprile dovrebbero trovare posto sia l’azzeramento dell’IVA sulle mascherine sia un aumento (di 200 milioni) del fondo per il credito d’imposta da concedere alle aziende per le spese per l’acquisto dei dispositivi di protezione ma anche delle sanificazioni degli ambienti di lavoro. Se il capitolo ammortizzatori sarà quello che assorbirà più risorse (circa 24 miliardi tra CIG, autonomi, Naspi, colf e badanti e congedi) per le aziende ci sarà un mix di misure, da fondi per gli affitti e le bollette al differimento delle accise su gas ed energia.
Trends Reporter © riproduzione riservata