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PIL italiano crollerà del 4,7%, ma faranno peggio Francia e Spagna

Il coronavirus si abbatte, come previsto, sui conti italiani ed europei: il Belpaese sconta così un calo del 4,7% del PIL (il massimo dal 1995, inizio delle serie storiche). Ma fa meglio di Francia (-5,8%) e Spagna (-5,2%) anche se va peggio della media europea (-3,8% nell’Eurozona). E fa meglio anche delle previsioni del Governo che nel Def aveva indicato una possibile contrazione del 5,5%.

“La contrazione del PIL su base trimestrale”, si legge nel Def, “sarebbe pari al 5,5% nel primo trimestre e 10,5 per cento nel secondo”. Anche la disoccupazione cala ma solo perché non si cerca più lavoro e i prezzi restano complessivamente fermi (non ci sono ad esempio le mascherine nella rilevazione) con un’impennata però per il carrello della spesa, dovuta più ad un aumento dei prezzi legato alle difficoltà di approvvigionamento delle merci.

Il Prodotto interno lordo dunque cala in Italia nei primi tre mesi dell’anno del 4,7% sul trimestre precedente scontando i primi effetti del Covid e del 4,8% sul primo trimestre 2019. L’acquisito sull’anno, cioè in assenza di variazioni, è del -4,9%. Ma, avverte l’Istat, fare le rilevazioni non è stato semplice e quindi, durante la revisione di questo primo dato provvisorio, il risultato potrebbe essere peggiore. Ciò che è già noto è che si tratta (per l’Italia e l’Europa) del peggior dato da inizio delle serie storiche, cioè dal 1995.

L’Italia si posiziona meglio comunque di Francia e Spagna anche se va peggio di quasi un punto rispetto alla media europea. A soffrire – spiega Istat – sono indistintamente tutti i settori produttivi ma il rischio è che vada peggio: il calo – dice il premier Giuseppe Conte – potrebbe superare il 10% se il virus persistesse mentre il commissario all’economia Paolo Gentiloni incita: “serve un Recovery plan che sia sufficientemente ampio, mirato alle economie e ai settori più colpiti e attivabile nei mesi che vengono. Se non ora quando?”.

Insomma, chiosa il numero uno della Bce Christine Lagarde, l’Eurozona fronteggia “una contrazione economica di dimensioni e velocità senza precedenti in tempi di pace”, con un PIL che quest’anno potrebbe cadere fra il 5% e il 12% a seconda delle misure di contenimento e della risposta delle autorità per mitigare lo shock economico.

Effetto Covid anche sul lavoro: il tasso di disoccupazione a marzo è sceso all’8,4% con un calo di 0,9 punti rispetto a febbraio. Si registra infatti una forte diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-11,1% pari a -267.000 unità). Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni a marzo crescono di 301.000 unità e il tasso di 0,8 punti al 35,7%. Il sostegno al reddito aiuta comunque l’occupazione: a marzo è diminuita di 27.000 unità rispetto a febbraio e di 121.000 unità rispetto a marzo 2019. Gli occupati nel complesso sono 23.234.000. Nello stesso periodo i disoccupati sono diminuiti a quota 2.132.000. Il tasso di occupazione cala al 58,8%. “Nonostante l’emergenza Covid 19”, spiega Istat, “l’occupazione ha registrato una sostanziale tenuta, anche per effetto dei decreti di sostegno all’occupazione”.

Trends Reporter © riproduzione riservata

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