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Rinuncia del target PIL da parte della Cina. La prima volta dal 2002.

La Cina ha rinunciato al suo target di crescita annuale per la prima volta e ha promesso maggior spese a livello governativo per contrastare l’impatto della pandemia di Covid-19 sulla seconda maggiore economia al mondo, creando un’atmosfera tesa per il meeting annuale del parlamento. 

L’omissione nel resoconto del premier Li Keqiang rappresenta la prima volta dal 2002 in cui la Cina non ha deciso un target per il PIL nazionale. 

L’economia si è contratta del 6,8% nel primo trimestre, la prima contrazione in un decennio, dovuta all’impatto dell’epidemia di coronavirus, originata a Wuhan. 

“Non abbiamo fissato un target specifico per la crescita economica di quest’anno, principalmente a causa delle incertezze per la situazione commerciale e dell’epidemia mondiale e lo sviluppo della Cina sta affrontando fattori imprevedibili”, ha detto Li all’inizio del meeting parlamentare. 

Il consumo interno, gli investimenti e le esportazioni sono in calo, e la pressione sul tasso d’occupazione aumenta significativamente, così come i rischi finanziari, secondo Li. 

La Cina ha fissato come target di creare oltre 9 milioni di posti di lavoro quest’anno, secondo il resoconto di Li, in calo rispetto al target di almeno 11 milioni nel 2019 e ai minimi dal 2013.

Trends Reporter © riproduzione riservata

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