Il governo britannico di Boris Johnson ha formalizzato la decisione di frenare sull’introduzione in un’unica soluzione dei controlli di frontiera sulle merci importate dall’Ue a partire da gennaio, indicando invece un percorso in tre tappe per alleggerire l’impatto del nuovo regime commerciale sulle imprese dopo la fine della transizione post-Brexit confermata per fine anno.
Il piano, reso noto dal ministro Michael Gove a margine dei colloqui di oggi con Bruxelles, prevede da gennaio l’introduzione di dazi immediati – a seconda di come si concluderà il negoziato commerciale – solo su alcol e tabacchi, nonché su “prodotti standard” con pagamenti dilazionabili di sei mesi. Mentre da aprile i controlli e le dichiarazioni doganali diverranno esecutive anche per carne, animali vivi, derivati. E da giugno sul resto.
In un comunicato del governo si spiega che l’iniziativa – un ripensamento rispetto agli annunci iniziali di controlli su tutte le merci non comprese dall’ipotetica intesa di un trattato di libero scambio a zero dazi, per ora in alto mare nelle trattative sulle relazioni future con Bruxelles – mira ad assicurare “un approccio flessibile e pragmatico tale da dare al business il tempo necessario per adeguarsi” in una fase già minacciata dai contraccolpi economici paralleli dell’emergenza coronavirus; e che varrà a prescindere dall’eventuale reciprocità o meno dell’Ue sulle esportazioni.
L’Esecutivo annuncia inoltre lo stanziamento di risorse extra per 50 milioni di sterline per sostenere il settore doganale nella transizione, fino ad un totale di 84 milioni.
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